
Il sismabonus: utile per migliorare l’efficientamento energetico della casa.
Il Superbonus per le villette, che è passato al 90% dal 2023, sarà ammesso solo per chi possiede un reddito familiare di fino a 15.000 euro.
Quindi, per i possessori di una casa singola e che non rientra nei limiti di reddito, è da considerarsi fuori dal Superbonus.
Però, per tutte le persone intenzionate ad investire sul risparmio energetico, c’è sempre la possibilità di utilizzare il sismabonus che permette di riqualificare l’intero edificio e anche per poter migliorare la vivibilità dal punto di vista energetico intervenendo sulle strutture portanti dell’edificio.
Questa agevolazione consente di ottenere una detrazione dell’80% da utilizzare in cinque anni, con un tetto massimo di spesa di 96.000 euro di qui alla fine del 2024.
Consolidamento certificato.
Tecnicamente questo sismabonus è una detrazione riconosciuta per poter migliorare la stabilità degli edifici.
Questa agevolazione è nata nel 2017 ed era valida solo per le zone ad elevato rischio sismico.
Poi dal 2019 è stata ampliata a quasi tutta Italia, ad eccezione delle zone senza rischio, cioè quelle classificate con valore 4.
Per le zone a rischio 1, 2, e 3, l’agevolazione è sempre riconosciuta, non solo per gli interventi di consolidamento “pesanti” ma pure per tutti gli altri interventi di riparazione locale che incidono sulla stabilità di un edificio.
È di fondamentale importanza, ai fini del bonus, che la riduzione del rischio sia certificata dai professionisti che sono stati incaricati della progettazione strutturale.
Valido per gli interventi leggeri.
In questi ultimi due anni, l’Agenzia delle entrate, ha chiarito che davanti ad un progetto capace di dimostrare un miglioramento della situazione statica della costruzione, l’agevolazione è concessa per tutte le opere che riguardano la messa in sicurezza realizzate sulle parti strutturali degli edifici.
In pratica sono soggetti ad agevolazioni fiscali tutti gli interventi di rinforzo locale e di eliminazione delle cause che possono incidere sulla stabilità del palazzo.
Ad esempio, tra gli interventi di consolidamento leggero rientrano tutti quelli che interessano il rinforzo dei solai in legno, compresi quelli con travi a vista, ma anche l’intervento di miglioramento della coibentazione delle mura portanti nel caso in cui si evidenzino risalite di umidità dal terreno.
Le spese che possono rientrare nell’agevolazione.
In poche parole per quanto riguarda al sismabonus, si ricorre al principio secondo cui l’intervento di categoria superiore assorbe quelli di categoria inferiore ad esso collegati o correlati.
Per tanto, la stessa aliquota di detrazione messo in conto per gli interventi antisismici, in automatico viene applicata pure a tutte le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria utili a completare l’intervento in questione.
Quindi se si interviene sulle travi del tetto anche la coibentazione del sottotetto è collegata all’intervento principale; così come l’intervento sull’intonaco esterno, quando occorre intervenire per mettere in sicurezza le mura, anche con l’aggiunta di pannelli isolanti.
Mentre per altri interventi non riguardanti le strutture, tipo la sostituzione dell’impianto di riscaldamento, sarà possibile usufruire dell’ecobonus al 65%.
Con il consolidamento arriva anche bonus mobili.
È importante sapere anche che se si richiede il sismabonus, c’è la possibilità di poter usufruire pure del bonus mobili.
Infatti, gli interventi di consolidamento, rientrano nella categoria degli interventi di ristrutturazione, per tanto danno il diritto ad ottenere questa agevolazione aggiuntiva.
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